lunedì 10 maggio 2021

Il caso Facebook Vs Apple

Ciao a tutti e ben tornati sul mio blog!

Avete già sentito parlare del caso Apple Vs Facebook? se la risposta è no, siete sul blog giusto. Andiamo ad esaminare quanto accaduto!

Oggi come oggi, ogni notizia, dibattito, gossip... gira tutto intorno ai Social Network. Punto di riferimento di ogni utente a prescindere dal motivo di utilizzo. In particolare, notiamo quanto alcuni di questi possano andare nel panico quando la concorrenza si rivela più efficace. 

Apple ha introdotto per iPhone e iPad nuove funzionalità, capaci di impedire alle aziende di acquistare e vendere i dati dell'utente, grazie all'opzione di rifiutare la raccolta dei dati attraverso le app. Si tratta di "App Tracking Transparency".

Questo nuovo aggiornamento, colpisce in pieno Mark Zuckerberg, il quale non sembra essere contento di ciò, soprattutto se si parla della possibilità di poter generare pubblicità; dando così inizio ad una vera e propria battaglia. Egli, teme in particolare modo al suo modello di business e a come gli enti regolatori che potrebbero rendere meno efficaci gli algoritmi.

Si parla dunque di GDPR, un regolamento europeo generale sulla protezione dei dati, stabilendo il modo in cui le aziende debbano trattare i dati personali, tutelando "i diritti e le libertà fondamentali delle persone fisiche". Il GDPR, inoltre, definisce i dati personali come "qualsiasi informazione riguardante una persona fisica identificata o identificabile" ("interessato"). Esso si basa su sette principi:

  1. Liceità e correttezza
  2. Trasparenza
  3. Limitazione delle finalità dei trattamenti
  4. Minimizzazione
  5. Esattezza
  6. Limitazione della conservazione
  7. Integrità e riservatezza

D'altronde, per Apple la privacy degli utenti è sempre stata una priorità, come ha affermato Steve Jobs in una conferenza nel 2010, affermando chiaramente le sue idee in modo tale da rendere consapevoli e cauti gli utenti per quanto riguarda le app utilizzate.

"Privacy significa che le persone sanno a cosa si stanno iscrivendo, in un inglese semplice e ripetutamente ... chiedi loro, chiedi loro ogni volta"

Sin da iOS 14, Apple ha introdotto un'app Privacy, con la funzione di permettere agli utenti di vedere ogni tipo di movimento effettuato dai dati estratti dal proprio iPhone.

Ora, hanno introdotto una funzione di trasparenza del monitoraggio delle app, un identificatore chiamato IDFA (identificatore per gli inserzionisti), utilizzato appunto, proprio da Facebook (a differenza di Apple, avvantaggiata per i guadagni dalla vendita di dispositivi e in-app). Essa permette agli utenti di poter scegliere e condividere i dati utili agli inserzionisti: ad ogni app scaricata che si apre per la prima volta, apparirà un messaggio pop-up, che chiederà il consenso nel monitoraggio delle proprie attività, all'app utilizzata. Addirittura, sarà attiva per impostazione predefinita.

Riguardo a tutto ciò, Facebook sembra essere contrariato. Scopriamo il perché.

Facebook, possiede un modello di business incentrato ad una pubblicità mirata, con le vendite alimentate dai dati dell'app; ciò significa che questo tracciamento andrà a dimezzare i soldi in entrata, ma non solo, perché colpisce duramente anche le piccole imprese.

Un rappresentate di Facebook ha affermato che questi tipi di restrizioni, costringerebbero gli sviluppatori a far pagare i loro prodotti, invece di offrirli gratuitamente. 

Significativo l'acquisto a dicembre da parte di Facebook, di intere pagine di giornale, in modo tale da denunciare il comportamento di Apple; Zuckerberg afferma tranquillamente che privacy e pubblicità possono coesistere, e a quanto pare, la discussione sarà portata avanti in tribunale.

È evidente che Facebook sia rimasto scottato da questo aggiornamento, ma ciò non gli impedirà di continuare a trovare modi per aggirare il problema e rimettersi in gioco.

Per quanto riguarda Apple, non posso fare a meno che essere d'accordo sul nuovo aggiornamento; si tratta di perdere molto di più dei nostri semplici dati, perdendo anche parte della propria dignità e il diritto alla privacy, concedendo alle aziende e organizzazioni di manipolare ed entrare nella nostra mente, solo grazie alle informazioni che ci permettiamo di perdere, dando per scontato (senza contare la maggior parte degli utenti disinformati) che i nostri dati siano sempre protetti, e mai monitorati ad altri fini.

In conclusione, se da una parte troviamo l'ingiustizia del modello di business compromesso di Facebook e non solo, dall'altra prevale il senso di giustizia nei confronti di un utente che non è più solo un utente, ma un essere umano, con il diritto di avere sempre una privacy tutelata e protetta. Sono dunque innovazioni positive, che inevitabilmente attaccano i rivali, e che se portate avanti potrebbero cambiare il corso di internet.



Spero vi sia piaciuto e a presto!